lunedì 16 marzo 2020

TUTELA DELLA SALUTE O DELLA LIBERTA'? INTERVISTA AD UGO MATTEI

Ugo Mattei, insegna Diritto Internazionale e comparato all'Università della California, Hastings College of the Law, San Francisco e Diritto civile all'Università di Torino

 La crisi connessa alla diffusione del Covid19 è anche uno snodo attraverso cui l'economia liberale accelera la sua ristrutturazione. Siamo messi al cospetto di problematiche inedite. E' stato un vero onore potermi confrontare col Prof. Ugo Mattei: 

Professore viviamo una fase a quanto pare inedita. Veramente bisogna scegliere tra tutela della salute e libertà?
Le nostre conoscenze oggi sul virus inducono alla prudenza e le precauzioni vanno prese. Ma da qui a sospendere interamente la politica e le libertà’ civili ne passa. Ho l’impressione che questo sia un caso molto simile a quello descritto da Naomi Klein nel suo libro sul capitalismo dei disastri. Si coglie al volo l’occasione per aumentare esponenzialmente la sorveglianza e al contempo saccheggiare le risorse pubbliche.

Come si sta trasformando il capitalismo e la sua economia?
   Il capitalismo si sta trasferendo sulla piattaforma dove le concentrazioni di potere sono molto più significative che nell'economia reale e dove ogni rapporto non è mediato dal diritto ma dal potere di fatto della tecnologia. Internet è la nuova frontiera dove si sperimentano le pratiche che poi determineranno (e già’ determinano) anche la nostra vita off line.  Un attacco virus su internet determina il nostro essere completamente alla merce’ del nostro provider. Ecco fuor di metafora, il virus ci rende terrorizzati e docili, ci colpevolizza e ci fa cercare la protezione della scienza e della tecnologia che possono così sospendere completamente la politica.

Esiste un collegamento tra questa trasformazione e lo stato giuridico d'eccezione?
Certo che esiste. Il diritto non serve online e in questi giorni veniamo portati a credere che non serva neppure offline. Accettiamo docili e rassegnati la nostra trasformazione da cittadini a pazienti. Del resto lo stesso Conte si scherma dietro un fantomatico “comitato tecnico-scientifico” quando decide le sue misure eccezionali che nessuno può’ permettersi di contestare ma che anzi supportiamo con orgoglio patriottico (che è sempre una cosa un po’ fascista). Sono misure tecniche non politiche. Servono per guarire un corpo sociale malato. Proprio come fu con le ricette dell’Austerity di Monti solo che allora lo scienziato era l’economista mentre adesso è il medico.

 Cosa intende quando parla di ecologia del diritto nei sui meravigliosi libri Ecologia del Diritto e Punto di Svolta?
Cerco di discutere di una giuridicità’ nuova profondamente politica che ciascuno di noi può’ e deve portare con sè per riportare la comunità’ umana ad uno sviluppo armonico e non suicida. Solo l’ecologia del diritto può’ davvero vaccinarci dai tanti virus, reali o immaginari che mettono in discussione il nostro futuro

 Cosa ne pensa dell'idea che deriva dalle culture bioregionali o che fanno riferimento all'ecologia profonda di riconoscere soggettività giuridica alla natura?
Sono favorevole a questo riconoscimento. È un passaggio importante per togliere un po’ di antropocentrismo dalla struttura profonda del nostro diritto professionalizzato. Per questo con il Comitato Rodota’ www.generazionifuture.org abbiamo raccolto le firme per un’iniziativa popolare che metterebbe i beni comuni e le generazioni future al centro del nostro diritto civile dei beni. In questo modo avevamo proposto un innesto che potrebbe trasformare il nostro diritto in una direzione più’ ecologica e generativa dando nuovi strumenti interpretativi alla giurisprudenza. Il 6 marzo avevamo in programma la restituzione del nostro lavoro al Presidente della Camera. Ma poi è intervenuto lo stato di eccezione...

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