venerdì 24 maggio 2019

RIFIUTI PER IL SOCIALE

Cari amici, oggi vi propongo un video realizzato dagli studenti della Federico II nell'ambito dei progetti #rifiutiperilsociale #Tucosavedi?
E' un moneto difficile per il Pianeta, ma è anche un momento in cui un mucchio di energie si stanno mettendo in movimento:




domenica 19 maggio 2019

CERTI LIBRI: NAVI A PERDERE

CERTI LIBRI
NAVI A PERDERE

Carlo Lucarelli
Einaudi



Ricordo un'estate di molto tempo fa. Sembra passata una vita, ero giovane ed ero in giro per le isole della Grecia. Ricordo il piccolissimo porto di Itaca. Lì l'acqua era cristallina. Non potei resistere e feci un tuffo da un pontile. Quando mi ritrovai immerso in acqua, una sensazione di benessere si impadronì di tutto il mio corpo. In pochi attimi tirai la testa e, lasciando che il mio sguardo si avventurasse verso la linea dell'orizzonte, rimasi incantato dalle sfumature che i raggi del sole creavano incontrandosi con l'intenso azzurro del mare.
Forse  quel momento  consacrò l'amore con il mediterraneo.
Oggi, riflettendoci, credo che quel giorno accadde anche qualcosa in più. Quel giorno mi resi conto che se il Pianeta ha un'Anima, questa è rappresentata dal mare.
Non mi stupisce che l'essere umano, come un virus che sta attentando alla vita di quell'immenso super organismo che è il Pianeta, minacci anche la sua Anima, trasformata in una superstrada per traffici di rifiuti inquinanti.
Il libro di Lucarelli è una splendida inchiesta sulle "navi a perdere":


All'improvviso affondano, oppure finiscono spiaggiate. E a nessuno importa come  e perché. Sono le navi a perdere. Che cosa trasportano?

Di seguito una puntata di Blu Notte che fu ispirata dal libro.



martedì 7 maggio 2019

ASILO NEL BOSCO: INTERVISTA A PAOLO MAI

L'ASILO NEL BOSCO: UNA NUOVA POSSIBILITÀ' PEDAGOGICA

intervista a Paolo Mai dell'Asilo nel Bosco





Sono sempre stato turbato dall'idea che, se ci pensiamo,  abbiamo passato la gran parte dei giorni della nostra infanzia e della prima giovinezza chiusi in un'aula.  Ricordo quelle giornate primaverili in cui guardavo il sole splendere oltre la finestra. A noi toccava in sorte rimanere con la schiena ricurva sui banchi. 
E' normale tutto ciò? Credo che alcune cose date per scontate diventino dei dogmi inattaccabili.
Ed invece, a quanto pare c'è chi sperimenta nuove forme di pedagogia. La chiacchierata con Paolo Mai è stata molto importante per me e penso a come sarebbe stato bello se da bambino non fossi stato intrappolato in un'aula scolastica e quanto sarei stato felice se la mia scuola fosse stata un bosco. Nei pressi di Roma sembra che questo sogno sia possibile.

Come nasce l'idea di un asilo nel bosco?


L'idea dell'asilo nel bosco ha avuto un processo di nascita dilatato nel tempo.  Noi abbiamo iniziato con una scuola diciotto anni fa, un asilo nido e poi una scuola dell'infanzia con l'intento di rispondere ai bisogni dei bambini. Si può dire che abbiamo sempre fatto educazione all'aria aperta, non in maniera radicale, però diciamo che sono stati i bambini a portarci fuori tutto il giorno.  L'incontro con l'esperienza dei waldkindergartens tedeschi ci ha dato lo slancio per proporre questa sperimentazione. Il primo anno fu una sperimentazione e ha dato  ottimi risultati. Il progetto partito con sei bambini si è pian piano consolidato fino ad arrivare, tra asilo, primaria e secondaria a oltre 120 famiglie. 
Quindi in buona sostanza sono stati i bambini a portarci nel bosco.

Che benefici avete riscontrato sui bambini?

Abbiamo subito riscontrato tantissimi benefici, sia dal punto di vista motorio che dell'educazione sensoriale. In generale è stato importante per la  felicità del bambino che nel contesto esterno trovava risposta a tutti i suoi bisogni, quei bisogni che elenca molto bene il Ministero nelle indicazioni nazionali. La cosa che ci ha stupito di più è stata la dimensione della socialità, infatti abbiamo subito notato come in maniera naturale si generassero da subito comportamenti cooperativi e questo secondo me è dovuto al fatto che in natura i bambini trovano risposta ai loro bisogni di conoscenza del  mondo, di loro stessi, di esplorazione corporea e dell'ambiente. Quando uno sta bene con sé stesso si apre alla socialità in maniera costruttiva.

 Quali sono i limiti di un asilo tradizionale?

Ti premetto che io penso che la qualità di un progetto la facciano gli insegnati che devono però essere messi in condizione di lavorare bene. Negli asili tradizionali dove si rispetta il rapporto educatore/ bambini 1/25 imposto dalla legge, risultava particolarmente complicato fare un buon lavoro. Il limite è sicuramente legato a questo rapporto e poi anche allo spazio, all'ambiente fisico dove i bambini trascorrono la quotidianità: un'aula non è uno spazio sufficiente per i bambini. Se per asilo tradizionale si intende quello in cui un bambino trascorre il proprio tempo in un'aula, quello sicuramente è un limite.

Esiste un pregiudizio ed un timore paranoico che i bambini a contatto con la natura possano sporcarsi?

Non direi che esiste una tale paranoia, almeno tra le persone che frequentano il nostro progetto. Mi accorgo che a livello culturale c'è in alcune persone, ma non è diffusa.

Ci consigli una lettura?

Se dovessi consigliarvi una lettura riguardo alla pedagogia all'aperto, il libro dove si trova il racconto delle diverse ricerche  è L'ultimo bambino nei boschi di Richard Louv, però penso anche ad Autoeducazione di Maria Montessori o a Fuori di Monica Guerra

Chi volesse mettersi in contatto con voi come può farlo?

Chi volesse mettersi in contatto con noi può farlo scrivendo una mail a segreteria@asilonelbosco.com e vi accogliamo per delle visite, o per organizzare dei corsi nei  territori, per dei tirocini. Devo dire che qui sono venute molte persone per vedere dal vivo quello che succede.

lunedì 6 maggio 2019

WAORANI: FUORI LE TRIVELLE DALLE TERRE ANCESTRALI

WAORANI
Fuori i trivellatori dalle terre ancestrali



Grazie al mio amico Rosario sono venuto a conoscenza di questa bella storia che testimonia anche il fatto che si può vincere e che non tutto è perduto

sabato 4 maggio 2019

CERTI LIBRI: LA STRADA

CERTI LIBRI


LA STRADA
 di Cormac McCarthy




E' ancora possibile leggere un libro che sia allo stesso tempo profondo ed emozionante? A quanto pare si. 
La strada è la storia di un uomo e del suo bambino che viaggiano in cerca dell'oceano, ultima speranza per sopravvivere. Tutto si svolge in un futuro post-apocalittico dove bande di predoni si aggirano tra le macerie delle città ormai spazzate via.
Eppure, il libro è un testo di speranza e tenerezza. Tutto è azzerato, anche sul piano morale, tranne l'amore che il padre prova per il figlio e forse, proprio tale sentimento, getta una luce di speranza sulle cose. Ho letto il libro in una notte tanto era bello. Lo consiglio vivamente.

giovedì 2 maggio 2019

IL REGNO UNITO PROCLAMA L EMERGENZA CLIMATICA

Vi invito a leggere il link indicato di seguito https://www.greenme.it/informarsi/ambiente/31450-emergenza-climatica-uk
Credo sia importante che i governi inizino a prendere consapevolezza. Non mi sfugge pero' che il Regno Unito e' attraversato da un forte ciclo di lotte ambientaliste ed in una qualche maniera, la posizione istituzionale ne e' un effetto. Ultimamente rifletto sul fatto che esiste una ecologia, che potremmo definire "istituzionale", che vede nella tutela dell'ambiente una occccasione di guadagno, ed una ecologia "profonda", che indaga, spingendosi appunto nel profondo, il rapporto uomo/natura.

mercoledì 1 maggio 2019

CERTI LIBRI

CERTI LIBRI



Nell'approssimarmi al mio nuovo lavoro, mi piacerebbe condividere la bibliografia su cui sto lavorando.
Ecosofia di Arne Naess è un testo straordinario. Per trovarlo ho dovuto sudare non poco. Alla fine ho messo le mani su una copia usata. Rimango perplesso rispetto al fatto che esistano così poche traduzioni in italiano dell'opera di un filosofo che per la verità è stata decisamente prolissa. 
Forse il pensiero, quando si spinge a livelli inauditi di profondità, è considerato scomodo quindi, se un tempo certi libri venivano messi al bando, oggi semplicemente se ne impedisce la circolazione non traducendoli o non distribuendoli.
Del resto, non nascondo che entrando in libreria ho troppo spesso la spiacevole sensazione di girare tra scaffali di testi omologati, finiti lì grazie ad operazioni commerciali. 
Il testo di Arne Naess è una gemma preziosa. Per chi masticasse un poco di inglese consiglio di mettersi alla ricerca dei suoi lavori tradotti in tale lingua, in caso contrario comunque ordinandolo si può trovare Introduzione all'ecologia. Certo, è poco, ma almeno è qualcosa.