martedì 7 maggio 2019

ASILO NEL BOSCO: INTERVISTA A PAOLO MAI

L'ASILO NEL BOSCO: UNA NUOVA POSSIBILITÀ' PEDAGOGICA

intervista a Paolo Mai dell'Asilo nel Bosco





Sono sempre stato turbato dall'idea che, se ci pensiamo,  abbiamo passato la gran parte dei giorni della nostra infanzia e della prima giovinezza chiusi in un'aula.  Ricordo quelle giornate primaverili in cui guardavo il sole splendere oltre la finestra. A noi toccava in sorte rimanere con la schiena ricurva sui banchi. 
E' normale tutto ciò? Credo che alcune cose date per scontate diventino dei dogmi inattaccabili.
Ed invece, a quanto pare c'è chi sperimenta nuove forme di pedagogia. La chiacchierata con Paolo Mai è stata molto importante per me e penso a come sarebbe stato bello se da bambino non fossi stato intrappolato in un'aula scolastica e quanto sarei stato felice se la mia scuola fosse stata un bosco. Nei pressi di Roma sembra che questo sogno sia possibile.

Come nasce l'idea di un asilo nel bosco?


L'idea dell'asilo nel bosco ha avuto un processo di nascita dilatato nel tempo.  Noi abbiamo iniziato con una scuola diciotto anni fa, un asilo nido e poi una scuola dell'infanzia con l'intento di rispondere ai bisogni dei bambini. Si può dire che abbiamo sempre fatto educazione all'aria aperta, non in maniera radicale, però diciamo che sono stati i bambini a portarci fuori tutto il giorno.  L'incontro con l'esperienza dei waldkindergartens tedeschi ci ha dato lo slancio per proporre questa sperimentazione. Il primo anno fu una sperimentazione e ha dato  ottimi risultati. Il progetto partito con sei bambini si è pian piano consolidato fino ad arrivare, tra asilo, primaria e secondaria a oltre 120 famiglie. 
Quindi in buona sostanza sono stati i bambini a portarci nel bosco.

Che benefici avete riscontrato sui bambini?

Abbiamo subito riscontrato tantissimi benefici, sia dal punto di vista motorio che dell'educazione sensoriale. In generale è stato importante per la  felicità del bambino che nel contesto esterno trovava risposta a tutti i suoi bisogni, quei bisogni che elenca molto bene il Ministero nelle indicazioni nazionali. La cosa che ci ha stupito di più è stata la dimensione della socialità, infatti abbiamo subito notato come in maniera naturale si generassero da subito comportamenti cooperativi e questo secondo me è dovuto al fatto che in natura i bambini trovano risposta ai loro bisogni di conoscenza del  mondo, di loro stessi, di esplorazione corporea e dell'ambiente. Quando uno sta bene con sé stesso si apre alla socialità in maniera costruttiva.

 Quali sono i limiti di un asilo tradizionale?

Ti premetto che io penso che la qualità di un progetto la facciano gli insegnati che devono però essere messi in condizione di lavorare bene. Negli asili tradizionali dove si rispetta il rapporto educatore/ bambini 1/25 imposto dalla legge, risultava particolarmente complicato fare un buon lavoro. Il limite è sicuramente legato a questo rapporto e poi anche allo spazio, all'ambiente fisico dove i bambini trascorrono la quotidianità: un'aula non è uno spazio sufficiente per i bambini. Se per asilo tradizionale si intende quello in cui un bambino trascorre il proprio tempo in un'aula, quello sicuramente è un limite.

Esiste un pregiudizio ed un timore paranoico che i bambini a contatto con la natura possano sporcarsi?

Non direi che esiste una tale paranoia, almeno tra le persone che frequentano il nostro progetto. Mi accorgo che a livello culturale c'è in alcune persone, ma non è diffusa.

Ci consigli una lettura?

Se dovessi consigliarvi una lettura riguardo alla pedagogia all'aperto, il libro dove si trova il racconto delle diverse ricerche  è L'ultimo bambino nei boschi di Richard Louv, però penso anche ad Autoeducazione di Maria Montessori o a Fuori di Monica Guerra

Chi volesse mettersi in contatto con voi come può farlo?

Chi volesse mettersi in contatto con noi può farlo scrivendo una mail a segreteria@asilonelbosco.com e vi accogliamo per delle visite, o per organizzare dei corsi nei  territori, per dei tirocini. Devo dire che qui sono venute molte persone per vedere dal vivo quello che succede.

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