In questi giorni i media diffondono in continuazione la notizia del pericolo di pandemia dovuto al coronavirus.
Non è il caso di sottovalutare il problema, ma è chiaro che ci muoviamo sempre più in uno schema paranoico, in cui alcuni pompano terrore nel sistema circolatorio della nostra società.
Le vittime per coronavirus sono 2461, sembra che solo nel 20% dei casi di contagio si arrivi alla morte (per pazienti già gravati da patologie).
Per ciò che concerne invece i mutamenti climatici, ebbene, questi negli ultimi 20 anni hanno provocato 500000 vittime e si prevede che nei prossimi anni vi sarà una media di 250.000 morti all'anno (statistiche dell'IPCC).
Per alcuni sociologi dell'ambiente, tra cui Giovanni Carrosio, il problema sta nel livello di percezione del rischio.
Quest'ultimo dato, la percezione del rischio appunto, non è in sé spurio, ma può essere "lavorabile" dalla pressione dei media.
Per ciò che riguarda i disastri ambientali all'opposto si determina una grande rimozione che non permette una costruzione sociale della percezione del rischio.
Vi allego un articolo che può essere un interessante spunto di riflessione.
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